Perché un Convegno su Darwin e le emozioni? Nel 2009 si presenta l’occasione speciale di celebrare al tempo stesso il secondo centenario della nascita di Charles Darwin (12 Febbraio 1809) e il 150° anniversario della pubblicazione della prima edizione della sua opera più importante, “L’origine delle specie”. Tutte le principali istituzioni scientifiche e culturali del mondo sono impegnate a ricordare questo evento per sottolineare il ruolo avuto dal pensiero e dalla scienza evoluzionistica nella cultura contemporanea. In questo contesto, il convegno “Darwin 2009: una prospettiva evolutiva sulle emozioni” organizzato dall’Istituto Italiano di Antropologia con la collaborazione dell’Università di Roma “La Sapienza”, vuole ricoprire uno spazio originale e importante. C’è, infatti, un aspetto centrale del pensiero darwiniano che non è stato mai discusso e valorizzato quanto merita: si tratta del ruolo che hanno avuto le emozioni e l’espressione dei sentimenti, ovvero alcune forme basilari della comunicazione umana, nel processo evolutivo della nostra specie. Su questi temi Darwin scrisse un’opera molto originale e relativamente poco conosciuta, The expression of emotions in animals and man (1871). Le emozioni e la loro manifestazione, ora come sempre, svolgono un compito centrale nelle relazioni interpersonali e con le altre specie animali. Le manifestazioni di paura, rabbia, amore, tristezza… hanno avuto, con molta probabilità, grande rilevanza nell’evoluzione culturale, sia per definire il senso del gruppo umano e accrescerne la solidarietà ( l’uomo è sopratutto un animale sociale), sia nel rapporto preda-predatore. Quando si cerca di rispondere ad interrogativi relativi al ruolo delle emozioni nel comportamento umano, come nel comportamento animale, ci si confronta con l’alternativa fra un determinismo biologico che vede le sensazioni e le espressioni emotive come universali e un relativismo culturale per cui l’espressione delle emozioni sarebbe una sorta di linguaggio, e quindi trasmesso solo culturalmente. Se, come sembra verosimile, le emozioni hanno cominciato ad apparire negli ominidi prima della comparsa di Homo sapiens, per continuare ad evolversi nella nostra specie, tutto ciò ha richiesto la comparsa e trasformazione di meccanismi e processi fisiologici e psicologici adeguati. Lo sviluppo della mimica facciale è collegato all’aumento e alla differenziazione dei muscoli facciali, insieme allo sviluppo di particolari percorsi del sistema nervoso, tra cui quelli che hanno reso capaci gli altri membri della specie di riconoscere e distinguere tali segnali. Infatti, è vero che ogni emozione ha caratteristiche specifiche, da cui discendono le diverse modalità espressive, le modificazioni della funzione mnemonica e delle immagini mentali ( tutte attività cognitive), ma queste non si sarebbero potute sviluppare senza un’adeguata riorganizzazione nel tempo di tutto il sistema nervoso centrale, periferico e autonomo. Si ipotizza perciò che, pur avendo il mondo delle emozioni e della loro manifestazione una grande variabilità sia individuale che nelle diverse culture, i meccanismi biologici che ne sono alla base siano il risultato dell’evoluzione per selezione naturale e che siano di conseguenza universali e biologicamente determinati. Il convegno Darwin 2009: una prospettiva evolutiva sulle emozioni vuole mettere l’accento sull’importanza dei processi evolutivi della sfera emotiva ed espressiva, sia per l’ominazione (il nostro ieri) che la comunicazione (l’oggi). Si tratta di un tema perfettamente in linea con il notevole sviluppo che le neuroscienze e i temi ad esse collegate (ad es. aspetti etici e bio-etici) stanno avendo nel nostro presente e avranno sicuramente nel nostro domani. Per raggiungere questo scopo, il convegno metterà a confronto visioni e impostazioni scientifiche diverse (antropologiche, biologiche, psicologiche e filosofiche tra le altre), con il fine ultimo di stimolare una visione sintetica e interdisciplinare. Si vuole coinvolgere in questa iniziativa non solo ricercatori e studenti universitari, ma anche un pubblico più ampio che vada oltre gli steccati accademici, e che coinvolga la cittadinanza nei processi di diffusione e condivisione della conoscenza. |
Roma, 27-29 Aprile 2009 |
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